SOCIOCROMIE - 100 anni in 25 colori

Cultura e Spettacolo
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A Milano, una mostra, nel Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, curata da Giulio Ceppi - architetto, designer e fondatore di Total Tool - per ripercorrere 100 anni attraverso il colore, il colore vivo della lingua parlata, che diventa storia e fatto vissuto. 25 cromotipi raccontano eventi di natura politica, sociale, culturale e sportiva tra brigate rosse e black bloc, notte bianca e telefono azzurro, quote rosa e tute blu, green economy e black friday, pallone d'oro e maglia rosa fino alle più recenti zone rosse.

Nel periodo di esposizione sono previsti workshop, incontri e attività speciali come la realizzazione di un’opera d’arte collettiva, un altorilievo espressivo, per ragazzi da 7 anni e adulti. La mostra è corredata da un catalogo dedicato, prodotto da Pigna in forma di quaderno (Chimera Editore, Milano), in vendita presso il MUSTshop del Museo da settembre.

Questa mostra nasce dalla convinzione, come già diceva George Kubler, che il tempo, come la mente, non sia conoscibile in quanto tale: esistono molteplici forme del tempo e la storia delle cose ci aiuta a scoprirle, più della storia degli uomini stessi a volte, della storia civile. Così è per la lingua, la parola, che lascia le sue tracce nel tempo, con la fortuna di certi modi di dire, legate allo zeitgeist e di cui risulta impossibile a volte capire la durata.

Allora siamo andati a ricercare questi 25 cromotipi, modi di descrivere e connotare eventi di natura politica, sociale, culturale, sportiva… che hanno nell’uso di un colore aggettivante la loro continuità. Ne è uscito un modo di leggere 100 anni attraverso il colore, il colore vivo della lingua parlata, che diventa poi storia, fatto vissuto.

Tecnicamente le coppie che abbiamo identificato sono dei “cromonimi”, ovvero frasi in cui vi sono concetti della vita quotidiana espressi ricorrendo ad un colore che permette in modo figurato di rappresentare meglio la realtà: anche se sappiamo, come dice l’antropologo David Le Breton che esistono “mille foreste nella medesima foresta, mille verità di un medesimo mistero che ci sfugge e si concede solo per frammenti. Non esiste una verità della foresta, bensì una moltitudine di percezioni a seconda delle prospettive, delle aspettative, della diversa appartenenza sociale e culturale”.

Non sempre inoltre sappiamo chi abbia inventato queste espressioni: a volte i loro autori sono anonimi, a volte noti, ma sono poi andate sulla bocca di tutti, restando ancora oggi un riferimento certo e ineluttabile, la connotazione cromatica di un qualcosa di accaduto o che ancora si ripete. Infatti alcuni di questi colori sono stati, altri ancora sono. Alcuni sono reali, corrispondono ad un tessuto, ad una materia, altri sono solo locuzioni speculative, associazioni simboliche o libere. Alcuni di loro si ripetono (come i neri, i rossi, i bianchi…) altri sono unici ed originali. Poco importa. Noi abbiamo voluto celebrarli tutti, dando loro una specifica cromatica e fissandoli con coordinate precise (tinta, chiarezza, saturazione) per distinguerli anche quando potevano sembrare simili, per farli diventare riconoscibili e irripetibili. Li abbiamo trattati quindi come fossero delle opere, volendoli nobilitare, e togliendoli per un attimo dalla loro dimensione astratta e verbale, facendoli precipitare in una tavola solida e in un colore dato, percepibile e osservabile. Li abbiamo chiamati SOCIOCROMIE, in quanto manifestazioni attraverso il colore di un fatto sociale, a tutti noto, per quanto espresso sempre con una natura metaforica o a volte metonimica.

Ora, come ben diceva Walter Benjamin quasi un secolo fa, sappiamo che la riproducibilità tecnica (e mentale) modifica inevitabilmente il nostro rapporto con l’opera stessa e fa diventare forse le SOCIOCROMIE qualcosa di assimilabile a quanto in passato erano le epopee, l’architettura, il cinema: ovvero archetipi in cui tutti possono riconoscersi collettivamente e capirsi, nonostante il tasso simbolico e narrativo dell’opera.

La nostra società, con la sua sete insaziabile di rapidità ed evanescenza, consuma e brucia la storia e le sue espressioni, compresi i colori, troppo spesso legati solo alle mode o alle celebrazioni commerciali. Possiamo però sempre sentirci liberi di immaginare nuove SOCIOCROMIE, di pensare ai colori a venire, legati al nostro futuro, ai nostri sogni e alle nostre paure.

In fin dei conti i colori esistono solo se apriamo gli occhi, anche se i sogni sappiamo che possono essere colorati.

 

INFORMAZIONI

Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci

Via San Vittore 21, 20123 Milano
Tel. 02 48 555 1
Fax 02 48 0100 16
e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
web www.museoscienza.org

Biglietto
La mostra è inclusa nel biglietto di ingresso al Museo.

Prenotazione
Non è necessaria la prenotazione.

Dove si trova?
Edificio Monumentale, Piano 1

ORARI DI APERTURA

martedì - venerdì: 9.30 - 17.00
sabato e festivi: 9.30 - 18.30
L'ingresso è consentito fino a 30 minuti prima della chiusura.

ORARIO ESTIVO dal 22 giugno al 12 settembre
martedì - venerdì: 10.00 - 18.00
sabato e festivi: 10.00 - 19.00

Chiuso
Lunedì NON FESTIVI
24, 25 dicembre