Sebbene naturalmente si finisca col diventare altro.
(Lettera di Simone Traversa pubblicata da Il Fatto Quotidiano il 16 agosto 2014).
Ho frequentato il Teatro Valle per poco meno di due anni, dal novembre 2012 ad agosto 2014. La mia frequentazione non la considero conclusa, di sicuro quella esperienza, in quel teatro, si è conclusa il dieci agosto 2014.
Cosa mi rimane dopo due anni di frequentazione, da libero cittadino? Potrei usare un termine vago, tipo: tantissimo. Ma poi? Come definire questo tantissimo?
Di sicuro ho imparato delle cose, non so se queste cose siano giuste, quello che ho imparato però non me le ha insegnate nessuno, è bastato vivere quel luogo, in quel tempo. Dunque, una prima cosa che ho imparato è che, per apprendere, non è necessario che ci sia una specifica figura che insegni.
Un’altra cosa che ho imparato è che si può avere ventiquattro anni, avere ambizioni artistiche, ed essere presi sul serio.
Ho imparato che ci si può affezionare davvero ad un luogo.
Ho imparato che un luogo non necessariamente è definito dalla sua metratura, che non per forza un teatro apre due ore prima della messa in scena e chiude un quarto d’ora dopo, che il teatro dei ragazzi è un teatro delle grandi azioni, che un teatro non per forza deve ospitare spettacoli teatrali, che in un teatro possono essere trasmesse partite di calcio, che un teatro va pulito più volte al giorno sennò si sporca, che tutta la questione della fonica delle luci delle scenografie è un casino, che è vero che uno spettacolo può far ridere adulti e bambini, che un biglietto può costare dieci euro e al contempo si possono pagare attori e maestranze, che nel teatro esistono i praticabili mobili, che guardare la platea dal palco è un’esperienza a cui si deve arrivare preparati, che gli spettatori possono fruire dello spettacolo sedendo sul palco, che la democrazia partecipata non può avvenire su internet perché sono indispensabili i corpi, che delle persone possono decidere di dedicare tre anni della loro vita alla cura di un teatro pur di garantire l’accesso alla struttura, che i termini legale, legittimo e giusto non sono sinonimi, che ci possono essere dei validi motivi per restare in Italia, che il luogo in cui studi non è detto che sia quello che ti forma, che ci sono un sacco di persone che hanno voglia di andare a teatro e di restarci anche a spettacolo terminato e di ritornare anche se non c’è uno spettacolo, che le persone parteciperebbero attivamente ai processi decisionali e a lunghe ed interminabili e stroncanti e talvolta noiosissime assemblee, se solo se ne desse loro l’opportunità.
Ho poi imparato che si scrive molto meglio se si sottopongono i propri lavori alla comunità, che il lavoro degli attori è scrittura, che scrivere può essere faticoso, che una scelta registica azzeccata vale metà dell’opera, che il fraintendimento può essere molto più proficuo di una comprensione piena, che la quarta parete può essere attraversata da chiunque in qualunque momento per qualsivoglia motivo (questo non è del tutto vero), che è molto difficile stilare un elenco di cose che si sono imparate stando al Valle, frequentando Cavie, frequentando Rabbia, vedendo i lavoro di Crisi, guardando gli spettacoli della rassegna di Orazio, usufruendo dei bagni, camminando avanti e indietro sul palco, chiedendo un bicchiere d’acqua nel foyer, osservando il viavai di facce ora nuove ora familiari.
Il titolo di questo breve pezzo, che dedico alle persone del Valle, a tutte, a quelle che ho conosciuto, a quelle con cui ho parlato per pochi minuti, a quelle che non ho conosciuto, a quelle che non ho nemmeno visto, a quelle che non ho visto e che mai mi sarà dato vedere perché ho saputo che sono morte, a tutte loro, perché ognuna di loro ha contribuito a rendere il Valle l’esperienza che è stata, e preferisco una tautologia ad un qualche consunto aggettivo la cui forza descrittiva sarebbe nulla, dicevo, a tutti e tutte, voglio dedicare questo pezzo il cui titolo è una citazione di uno scrittore, in originale è “although of course you end up becoming yourself”: non so se quello del Valle fosse un destino, vi sarà una trasformazione, in meglio, mi auguro, in peggio, temo, quel che mi conforta è che la massima ellenica per la quale nulla si crea e nulla si distrugge è una di quelle leggi che funzionano da diverse migliaia di anni, e si applica indistintamente bene a qualunque fenomeno della vita, per cui, se si resisterà alla dispersione, a cui ogni forma di energia liberata è soggetta, allora tutto il lavoro prodotto non sarà perduto.
Roma. Il 14 giugno 2011 abbiamo occupato un teatro del 1727 per attuare una rivolta culturale. Siamo in continua trasformazione.
Occupare è una pratica politica collettiva, un gesto di riappropriazione che istituisce uno spazio pubblico di parola.
Continuiamo ad occupare il Teatro Valle perché il gesto si trasformi in un processo costituente: per attivare un altro modo di fare politica senza delegare, costruire un altro modo di lavorare creare produrre, affermare un’altra idea di diritto oltre la legalità, sviluppare nuove economie fuori dal profitto di pochi.
Beni comuni come azione di democrazia diretta e radicale: il Teatro Valle si è fatto agorà e la città ci si è riversata dentro. Partecipare in prima persona all’autogoverno di un teatro porta con sé un’altra idea di cittadinanza.
Un palcoscenico aperto, un progetto da condividere con compagnie, artisti, operatori, spazi indipendenti di Roma e in Italia per sperimentare una progettazione partecipata e una diversa organizzazione del lavoro basata sulla cooperazione. Un luogo di formazione e autoformazione in cui l’accesso ai saperi e la qualità siano garantiti.
Un’occupazione che si sta trasformando in una fondazione aperta è un salto nel vuoto, una lucida follia, una scommessa politica e culturale.
La Fondazione è un percorso costituente per la costruzione di una nuova istituzione del comune, che scardini il meccanismo di ingerenza partitica e sia principio ispiratore di nuove politiche culturali pensate dal basso. Da chi la cultura la ama e la produce.
Un luogo che non è né pubblico né privato ma governato dalla comunità di artisti e cittadini che si mettono in gioco per curare e decidere quali direzioni dare al Teatro Valle. Ogni testa vale un voto nell’assemblea, al di là delle proprie possibilità economiche, secondo il principio dell’uguaglianza inalienabile tra persone.
Con la collaborazione di Stefano Rodotà, Ugo Mattei e di altri giuristi in un percorso partecipato, sta nascendo una forma giuridica avanzata che funzioni da modello riproducibile, per scuole, università, ospedali ecc…
Lettera aperta che molti artisti hanno sottoscritto perché hanno sostenuto con convinzione e generosità questi tre anni di occupazione.
La Fondazione Teatro Valle Bene Comune rappresenta un modello nuovo, frutto di una rigorosa ricerca giuridica e culturale. Un modello diventato un caso di studio in Italia e nel mondo, che non può essere liquidato banalmente come “atto illecito”. Una proposta “imprudente”, questo sì, nata dall’esperienza di quasi tre anni di occupazione, dalla passione e dal lavoro di quanti ne hanno scritto lo statuto con la complicità di artisti, studiosi e cittadini.
Non si tratta di un escamotage per assegnare il Teatro Valle agli occupanti, che mai ne hanno fatto richiesta, ma di restituire realmente il teatro alla città. Non ‘prenderlo per sé’, ma fornire un modello di gestione serio e innovativo aperto alla comunità e alle sue istanze di partecipazione. La Fondazione Teatro Valle Bene Comune non avrà proprietari e sarà animata da tutti coloro che avranno voglia di prendersene cura secondo meccanismi e principi che ne garantiscono democrazia, trasparenza e professionalità.
All’interno di un sistema culturale drammaticamente statico, la Fondazione Teatro Valle Bene Comune rappresenta una via possibile, una sfida che vale la pena raccogliere per rivoluzionare il sistema delle nomine, dar vita ad autentici spazi di creatività, affermare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori dello spettacolo, mettere in discussione regole che mortificano l’arte.
Ora è necessario da parte di tutti decidere se davvero interessa sperimentare la via dei beni comuni. Soprattutto le istituzioni, e la politica che le presiede, devono scegliere se i beni comuni sono solo materia da usare per vuoti slogan di partito o una modalità emergente di cura e gestione praticata dalle comunità di cittadini e delineata in nuovi percorsi e strumenti di legittimo valore giuridico.
Migliaia di artisti, cittadini, lavoratori, intellettuali hanno sostenuto con convinzione e generosità l’occupazione di questi tre anni. Ora è arrivato il tempo di accettare la sfida. Il tempo di contribuire a far crescere insieme un’altra idea di società e di cultura.
Teatro Valle Occupato
Firmatari:
- AFTERHOURS
- ANTONIO LATELLA (regista)
- EMANUELE TREVI (scrittore)
- ALBA ROHRWACHER (attrice)
- ROCCO PAPALEO (attore)
- CONCITA DE GREGORIO (giornalista, scrittrice)
- LUIGI LO CASCIO (attore)
- TEHO TEARDO (musicista)
- MADDALENA CRIPPA (attrice)
- GIOVANNI SOLLIMA (violoncellista)
- DUCCIO CAMERINI (attore, regista, sceneggiatore)
- FABRIZIO GIFUNI (attore)
- BENEDETTO VECCHI (giornalista scrittore)
- Scena Verticale: SAVERIO LA RUINA, DARIO DE LUCA, SETTIMIO PISANO
- ALESSIO BONI (attore)
- FEDERICA GIARDINI (ricercatrice, filosofa)
- COSTAS DOUZINAS (professore, Birbek Institute of Umanity)
- LIVIO PEPINO (magistrato)
- FILIPPO DINI (attore)
- ELIO GERMANO (attore)
- SANDRO MEZZADRA (docente filosofia politica)
- MIMMA GALLINA (operatrice culturale, associazione Ateatro)
- SONIA BERGAMASCO (attrice)
- VALERIO MASTANDREA (attore)
- MARINELLA SENATORE (artista visiva)
- DAVIDE MANULI (regista)
- MASSIMILIANO BRUNO (attore, regista)
- CLAUDIO GIOE’ (attore)
- ANTONIO NEGRI (filosofo)
- GIUSEPPE ALLEGRI (ricercatore, docente e formatore)
- OTTAVIA PICCOLO (attrice)
- MARIO PERROTTA (attore, regista)
- MATTEO PASQUINELLI (ricercatore)
- MAX MAZZOTTA (attore)
- WILMA LABATE (regista)
- MK, Compagnia di danza: MICHELE DI STEFANO (coreografo, performer)
- MARCO BASCETTA, giornalista
- MICHELE SINISI (attore)
- MARCO BONINI (attore)
- ROBERTO CICCARELLI (giornalista, ricercatore)
- ROLANDO RAVELLO (attore, regista)
- Casa D’argilla: LISA NATOLI (regista)
- FAUSTO PARAVIDINO (drammaturgo, regista)
- DERIVE E APPRODI (casa editrice)
- Ateliersi, Compagnia teatrale: FIORENZA MENNI (regista, attrice)
- JACOB OLESEN (attore)
- FABRIZIO ARCURI (regista)
- GIANCARLO PABA (professore, urbanista)
- VINICIO MARCHIONI (attore)
- Teatro Delle Albe, Compagnia teatrale: MARCO MARTINELLI, ERMANNA MONTANARI
- GEK TESSARO (artista, illustratore)
- CHIARA GIORGI (ricercatrice, storica)
- MUTA IMAGO, Compagnia teatrale e Società Cooperativa
- Fanny&Alexander, Compagnia teatrale: LUIGI DE ANGELIS (regista), MARCO CAVALCOLI (attore), CHIARA LAGANI (attrice, drammaturga), MARCO MOLDUZZI (organizzatore)
- Gruppo Nanou, Compagnia di danza: RHUENA BRACCI (danzatrice); MARCO VALERIO AMICO (danzatore)
- Menoventi, Compagnia teatrale: GIANNI FARINA (regista), CONSUELO BATTISTON (attrice)
- Erosanteros, Compagnia teatrale: DAVIDE SACCO (regista), AGATA TOMSIC (attrice)
- Motus, Compagnia teatrale: DANIELA NICOLÓ (regista), ENRICO CASAGRANDE (regista), SILVIA CALDERONI (attrice)
- Teatro Valdoca: CESARE RONCONI (autore, regista), MARIANGELA GUALTIERI (poetessa, drammaturga)
- PAOLO BRIGUGLIA (attore)
- DOMINICK TAMBASCO (regista, sceneggiatore)
- VINCENZO CRIVELLO (attore)
- CARLO GIUSEPPE GABARDINI (attore, autore)
- Punta corsara, Compagnia teatrale: EMANUELE VALENTI (regista)
- ANDREA BARANES (Presidente Fondazione Culturale Responsabilità Etica “Sbilanciamoci!”)
- ANNA SIMONE (ricercatrice, sociologa)
- ANJA MARIE KIRSCHNER (artista visiva)
- CRISTINA RIZZO (coreografa)
- DAVID PANOS (artista visivo)
- ENGIN ISIN (professore Open University)
- STEFANO PETRUCCIANI (docente di filosofia politica)
- FRANCESCO FORNI (musicista)
- WALTER LEONARDI (attore)
- GRAZIANO GRAZIANI (critico teatrale, scrittore)
- ILARIA GRAZIANO (musicista)
- ANNA REDI (danzatrice, coreografa)
- LUIGI COPPOLA (artista visivo)
- COSTANZA MARGIOTTA (ricercatrice in scienze politiche)
- MANUELA CHERUBINI (regista)
- Sottascupa, Compagnia teatrale: GIUSEPPE MASSA (attore, regista)
- GAIA MANZINI (scrittrice)
- LINDA YASMINE FREGNI NAGLER (artista visiva)
- PAOLA FRESA (attrice)
- PINO MARINO (musicista)
- ILARIA GIANNI (curatrice)
- CECILIA CANZIANI (curatrice)
- ANDREA GATTINONI (attore)
- Principio Attivo Teatro, Compagnia teatrale
- ROBERTO ANGELINI (musicista)
- SILVIA GALLERANO (attrice)
- CRISTIAN CERESOLI (autore, regista)
- ENZO SCANDURRA (professore, urbanista)
- ANDREA MURA (ricercatore, filosofo)
- Teatrimperfetti, Compagnia teatro ragazzi: MARIA ELLERO (coreografa)
- THOMAS TRABACCHI (attore)
- TIZIANO PANICI (regista, attore)
- VALENTINA VACCA (attrice)
- VALERIA GRAZIANO (ricercatrice, Middlesex University London)
- TeatrOsfera
- FRANCESCA MAZZA (attrice)
- MARCO ROVELLI (scrittore)
- ROBERTO LATINI (attore)
- NICONOTE (musicista)
- CORRADO TAGLIABUE (direttore della fotografia)
- FABRIZIA SACCHI (attrice)
- FAUSTO SCIARAPPA (attore)
- LAURA GIARDINO (artista visiva, pittrice)
- DARIO GENTILI (ricercatore, filosofo)
- ALESSANDRA SALAMIDA (attrice)
- ALESSANDRO SCACCHIA (disegnatore)
- CHIARA TOMARELLI (attrice)
- MICOL BELTRAMINI (scrittrice)
- MIMOSA CAMPIRONI (attrice)
- MATTEO BUSSOLA (disegnatore)
- ORLANDO CINQUE (attore)
- DANIELA POLI (professore, territorialista)
- ORNELLA MORSILLI (casting director)
- PATRIZIO TRECCA (regista)
- FRANCO PIPERNO (professore)
- PAOLA BARBATO (scrittrice, sceneggiatrice)
- PIERLUIGI CICCHETTI (attore)
- GIUSEPPE DE MARZO (giornalista, scrittore)
- NICOLAS MARTINO (Alfabeta2)
- SYLVIA DI IANNI (performer)
- SIBYLLE RIGHETTI (regista)
- MASSIMO AVELLA (attore)
- MARIANNA DE MICHELI (attrice)
- STEFANIA PEDRETTI (cantante)
- GIOVANNI ATTILI (ricercatore, urbanista)
- DIEGO ROVERONI (danzatore, coreografo)
- DIEGO ZANELLA (designer)
- CAMILLA PERRONE (ricercatrice, urbanista)
- ELEONORA C. CARUSO (scrittrice)
- LETIZIA SACCO (attrice)
- MARTA CHIOGNA (dottoranda)
- PAOLO B. VERNAGLIONE (Laboratorio filosofico SofiaRoney.org)
- Libraio Scaldasole, Milano
- FRANCESCA LOLLI (attrice, performer)
- DANIELA FESTA (ricercatrice)
- MASSIMO GIACON (artista, designer, illustratore)
- STEFANIA CROBE (dottoranda)
- MASSIMO GIOVARA (attore, regista, autore)
- MAX PAPESCHI (artista, visual art, regista)
- MONIA CAPPUCCINI (dottoranda)
- ROBERTA LENA (attrice)
- PAOLO VIRNO (filosofo del linguaggio)
- CHRISTIAN RAIMO (scrittore)
INFORMAZIONI
Teatro Valle
Via del Teatro Valle 21, Roma
Internet www.teatrovalleoccupato.it