Buon Natale 2018

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Rise una bambina aprendo gli occhi una mattina. Un passerotto severo la stette a guardare, pensando tra sé qual sogno la bimba avesse lasciato. Un ragnetto appeso alla trave sul letto guardando giù disse no al calarsi improvviso su quelle piccole labbra di rosa aperte. Era uno scherzo indegno e di certo mamma ragno lo avrebbe sculacciato se lo avesse tentato.

Guardando quelle labbra una rosa, che si era dimenticata di appassire, si guardò a uno specchio mormorando: "Che pallida che sono". Oh l'avessero vista le sue compagne chissà cosa avrebbero pensato, poi d'un tratto si ricordò che era dicembre, la vigilia di Natale, e che per trovare sue compagne bisognava andare dal fiorista. Che brutto posto un fiorista pensò, uno che vende fiori morti e se li fa anche pagare. Troppo presa dai suoi pensieri la rosellina, che ormai si sentiva veterana e sopravvissuta, non si accorse che una nodosa mano aveva aiutato la bimba ad alzarsi, ad andare in cucina a fare colazione.

Come sempre l'uomo aveva preparato un caffè per se stesso e biscotti e latte per la figlia, lei lo accontentava, per non contrariarlo. Non era stata contenta quando per contratto era stata costretta a stare con quell'uomo che doveva chiamare papà. La mamma le aveva spiegato che non era un buon uomo, che lei e lui si erano lasciati perché era un uomo senza sogni e che per la mamma i sogni erano una bella vita per noi, una bella casa, l'auto da fare invidia, i vestiti, le vacanze dove si devono fare, gli aperitivi, le compagnie giuste... Sì, i sogni erano quella cosa lì, normale, e lui non sapeva avere quei sogni. "Ma non ti mangerà" le aveva detto la mamma prima di mandarla da lui per pochi giorni, per la festa della nonna. Sarebbero stati cinque giorni e alla vigilia di Natale sarebbe tornata dalla mamma e con quell'uomo sarebbe restato per altri cinque giorni il fratello, che si ricordava bene di lui.

In quei cinque giorni però la bimba aveva conosciuto il passerotto, il ragnetto e anche una lucertola senza la coda, il papà le aveva spiegato che era un brutto scherzo di qualche bambino ma poi sarebbe ricresciuta, poi, non l'avrebbe mai detto alla mamma, aveva scoperto che latte e biscotti in fondo le piacevano e non si attaccavano ai denti come i salutari miscugli e i succhi e le merendine, sempre di marca, cui era abituata. Non l'aveva detto all'uomo, un tipo che non passava il tempo al cellulare, che si alzava presto alla mattina, che la portava in quelle ore fredde di dicembre a camminare nella sua vigna, l'aveva ereditata dal padre e dopo il divorzio aveva deciso di lavorarci per una piccola produzione di vino di qualità.

L'odore che subito comprese fosse invece un profumo dell'erba bagnata, del legno dei tralci umido, della leggera foschia e altri ancora l'avevano conquistata. Ma la felicità era, dopo ancora un po' di cammino, arrivare a un laghetto, di una proprietà vicina, con un boschetto che si specchiava nella fredda acqua. Il papà, la vigilia lo chiamava così, le confidò che il suo sogno per quel giorno era quello di andare la notte a guardare la luna che giocava con l'acqua. Lei gli chiese perché avesse detto il sogno del giorno e lui serio e un po' sorpreso le aveva detto che bisogna sognare tutti i giorni e che solo i poveri seguono un sogno solo o due o tre nella vita e che un auto non può essere un sogno.

Lei non capì tutto ma il senso le piaceva poteva sognare oggi che alla lucertola fosse cresciuta la coda. Il papà le disse che era un bel sogno. Così ogni giorno parlando, camminando, scoprendo, arrivò la sera della vigilia. La valigia era pronta, lei aveva salutato tutti gli amici, anche la lucertola a cui era ricresciuta la coda, il papà non volle dirle che c'era pieno di lucertole. La mamma aveva chiamato che era per strada, sarebbe arrivata a minuti, non aveva tempo di fermarsi, aveva la cena della vigilia programmata con gli amici e doveva ritornare subito in città.

La bambina guardò il papà. Lei aveva deciso di andare a vedere la luna sul lago e voleva proprio vederla, dire che era decisa era poco. Voleva capire se davvero fosse un sogno da voler realizzare meglio che sognare una bici nuova. Lo prese per mano e come due evasi che approfittano di un momento senza guardie di incamminarono nel vigneto addormentato e nella sera della vigilia arrivarono al lago insieme alla luna. La bimba era incantata. Il papà fece un letto e una coperta di foglie per entrambi.

Intanto la mamma era arrivata alla casa e si era disperata, anche perché i telefonini dei due scomparsi suonavano proprio in casa. Non aveva ascoltato il figlio che le diceva della luna e di quanto era bello quel posto. Lei era in affanno non sapeva se chiamare la polizia o gli amici per dire che... Non avrebbe fatto in tempo a tornare a cambiarsi e non aveva ancora pensato al vestito e poi la bambina, da chiamare qualcuna che stesse con lei... Forse l'aveva già chiamata, si l'aveva già pagata e ora dove erano finiti... Meglio la polizia... ma poi altro che vigilia anche il Natale... Era disperata mentre il figlio invidiava la sorella, chissà dove sono andati?

I due guardavano i giochi della luna sull'acqua e alla bimba sembrò di scorgere tra le pieghe dell'acqua Babbo Natale e la sua slitta e le renne e lo disse al papà che vide le stesse ombre. Tornarono che era già buio fondo. La mamma corse incontro alla sua bambina per abbracciarla ma ella aveva tante cose da raccontare e intercalava ogni frase con un restiamo qui stanotte. La mamma guardò l'uomo che parlava con il figlio della luna e del lago e si sentì sola, a nessuno interessava la sua cena di Natale, i suoi amici e i brindisi e le risate e pandoro e panettoni e lo spumante.

Guardò l'uomo con i figli intorno, sapeva che non sarebbe mancato uno spumante e di gran valore nella cantina di quello che era stato suo marito. La bimba le disse di Babbo Natale e del ragno e della lucertola e della rosa e del passerotto e ancora della luna e del lago. Allora la donna chiese all'uomo: Posso vedere anch'io la luna e il lago e il Babbo Natale? E avuta risposta positiva andò oltre chiedendogli: Ci stiamo tutti in casa o devono uscire il passerotto, il ragnetto e la rosa? Qui la bimba sbottò: Ma mamma loro sono piccoli. Intanto la luce della luna sfiorava la casa, allora l'uomo spense le luci e fece a tutti il segno di stare in silenzio. E la luce della luna cominciò a giocare con le loro ombre.

Foto di Ornella De Nes

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Ugo Brusaporco
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