27 gennaio

Hobby Scrittura
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Si incamminarono tutti in fila tutti in silenzio anche le mamme con i loro bambini senza protestare senza urlare perché il dolore era contrario alla dolcezza che volevano dare. Il silenzio degli aguzzini era diverso. Pensavano alle loro famiglie al caldo di fronte al fuoco di un focolare non a quello di un forno che ti avrebbe bruciato.

Camminavano le mamme e guardavano i loro uomini. Quelle teste abbassate che si picchiavano nella mente per essere incapaci di ribellarsi. Ma a chi ti puoi ribellare con le mani nude con la mente in tempesta con la stanchezza immensa come un mare che ti inghiotte.

Ti ricordi padre come sono affogato. Ti ricordi di quello che mi avevi promesso? Ti ricordi di quello che avevi detto alla madre? Sono io che devo sempre morire in un forno del campo di sterminio, in un gommone già sgonfio prima di partire.

Morire bruciato morire affogato morire di fame morire senza amore non mettere le virgole sul mio morire. Mamma tace sempre e poi piange.

Mamma perché mi accompagni a morire? Non guardare papà, rispondimi! Perché mi avete voluto in questo mondo triste? Perché sono nato ebreo, nero o di un altro colore o di un'altra religione?

Io ti volevo felice e non marciare così con te verso la morte, volevo esserti madre. E io volevo solo esserti padre ma non sapevo che era così difficile! Guardia tu hai figli?

Non mi devi parlare i miei figli stanno con la loro madre ad ascoltare storie! Non le nostre storie! Non le tue storie padre che vede sua moglie e il vostro figlio morire, io mi vergognerei!

Il mio papà non si deve vergognare non è lui che mi ha portato in un campo di concentramento ed è lui che mi ha portato via dalla morte nel paese in cui vivevo. Non ha colpa della mia morte, ne hai colpa tu guardia e chi ti manda a farmi morire. Perché è facile farmi morire.

 

INFORMAZIONI

Ugo Brusaporco

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Internet www.brusaporco.org